ETRURIA MERIDIONALE

Città della Cultura della Regione Lazio 2020




Cerveteri




STORIA

Fondata secondo la tradizione dai Pelasgi, mitica popolazione greca migrante, l’etrusca Kaisra/Keisra (Agylla in greco e Caere in latino) divenne una metropoli costiera tra le più prospere e importanti del Mediterraneo antico. Con un’area urbana di circa 150 ha e una popolazione che all’epoca del suo massimo splendore contava non meno di 25.000 abitanti, Caere fu il principale centro dell’Etruria Meridionale. La città etrusca si estende su un vasto pianoro tufaceo, denominato dei Vignali, compreso tra le valli del Manganello e della Mola, che lo separano da due alture parallele, sedi entrambe delle necropoli di epoca storica della Banditaccia (a N-O) e di Monte Abatone (a S-E). Con la conquista romana dell’Etruria (264 a.C.), tutta la regione diviene principalmente centro agricolo e di villeggiatura. A partire dall’alto medioevo, Cerveteri divenne un piccolo centro agricolo della campagna romana, spesso conteso da nobili famiglie. Le mura di cinta risalgono al XII - XIII secolo e, per un tratto, ricalcano il tracciato di quelle antiche. Salendo la scalinata da piazza A. Moro si raggiunge la suggestiva piazza Santa Maria sulla quale si affacciano la chiesa di Santa Maria Maggiore, principale chiesa del centro storico, Il Palazzo Ruspoli, costruito sui resti delle mura medievali, inglobando una più antica torre difensiva. Nel 1533, quando il feudo apparteneva agli Orsini, fu trasformato in palazzo Baronale. Solo nel XVII secolo, quando la città era già passata sotto il governo dei Ruspoli, venne dotato del loggiato e del porticato. Poco distante da Piazza Santa Maria, percorrendo le vie Agillina e dei Bastioni si raggiunge la piccola chiesa di Sant’Antonio Abate, e la Rocca Antica, tratto meridionale delle mura cittadine e spettacolare punto panoramico sulla costa dell’Etruria Meridionale.
ENOGASTRONOMIA

Già gli autori latini celebravano i vini prodotti a Caere, questa terra fertile caratterizzata da terreni di origine vulcanica e alluvionale, ha sempre prodotto vini di grande qualità. Eredi di queste antiche tradizioni sono le numerose aziende vinicole e cantine che, con le loro pregiate produzioni, hanno ottenuto un meritato marchio di qualità, conquistando rilevanti spazi di mercato nazionale ed internazionale.
uve impiegate maggiormente per i vini bianchi sono: trebbiano, trebbiano toscano, malvasia e chardonnay; per i vini rossi: montepulciano, sangiovese, merlot e, recentemente, la riscoperta del giacchè, vitigno molto antico dal gusto forte e corposo. Altra eccellenza locale è il carciofo romanesco che trae da questi terreni ferrosi un sapore inconfondibile. Rinomate sono anche le pesche delle varietà Bella Roma, Puteolana e Percoca. Altro importante settore dell’economia agricola locale è quello dell’olio extravergine di oliva, prodotto da piccole aziende a conduzione familiare, specializzate anche nella produzione di miele.

Le trattorie, i ristoranti e gli agriturismi locali custodiscono gelosamente le loro ricette, basate su una cucina semplice ma gustosa nella quale trova un’ampia declinazione la cacciagione, soprattutto il cinghiale, e i prodotti derivati dalla lavorazione di carni bovine e suine. Nel periodo primaverile ghiotti menù a base di carciofi romaneschi.
IL SITO UNESCO

La Necropoli Etrusca della Banditaccia, sito Unesco dal 2004 unitamente alla Necropoli dei Monterozzi di Tarquinia, costituisce il maggior esempio di architettura funeraria della cultura etrusca e uno dei più importanti siti archeologici del Mediterraneo. L’area visitabile, circa dieci ettari, è detta “del Recinto” e fu scavata sistematicamente dal 1909 fino al 1933 da Raniero Mengarelli (vecchio recinto) e, dal secondo dopoguerra da Mario Moretti, (nuovo recinto). Questo antico cimitero si estende per centinaia di ettari su di un pianoro tufaceo, a N-O della antica Civita. Le tombe furono scavate all’interno del banco tufaceo, riproducendo fedelmente la pianta e gli arredi delle coeve abitazioni. Percorrendo un itinerario cronologico, è possibile seguire e comprendere l’evoluzione di oltre sei secoli dell’architettura funeraria etrusca. Le tombe più antiche, risalenti agli inizi del VII sec. a.C. sono contraddistinte dalla caratteristica forma a tumulo, all’interno di queste enormi strutture circolari, furono realizzate una o più tombe, utilizzate dalla diverse generazioni di una stessa famiglia. Il VII secolo a.C. corrisponde alla fase orientalizzante: l’Etruria, come molte altre regioni del Mediterraneo antico, è influenzata dall’arte del Vicino Oriente. Gli interni delle tombe mostrano una planimetria comune, due o tre camere disposte lungo un asse longitudinale; il soffitto, a doppio spiovente molto displuviato, allude a una struttura abitativa ancora simile a una capanna. La necropoli, nella sua prima fase VII - VI secolo a.C., si presenta come un’area costellata da enormi tumuli, attorno ai quali si dispongono emergenze monumentali di identica forma, ma di dimensioni minori. Questo tipo di disposizione dei sepolcri suggerisce l’immagine di una società arcaica, che ruota intorno alla figura di principi aristocratici. Verso la seconda metà del VI sec. a.C. (periodo arcaico) le tombe vengono costruite lungo assi stradali paralleli, assumendo una forma più regolare detta “a dado”: è il riflesso di una società urbana di tipo egualitario, con una distribuzione più omogenea della ricchezza, nella quale anche le tombe assumono un aspetto standard. Il VI sec. a. C. coincide con la massima espansione territoriale dell’Etruria, con colonie di nuova fondazione in Pianura Padana e sulle coste adriatiche, il monopolio delle rotte commerciali sul Mediterraneo occidentale e, a Roma, con l’insediamento dei re etruschi alla guida della città. Successivamente, tra il IV e il I sec. a.C., a causa dell’esaurimento dello spazio disponibile in superficie, si inizia ad utilizzare il sottosuolo, abbassando i livelli stradali e ricavando a notevole profondità una serie di ipogei, alcuni di grandi dimensioni come la Tomba dei Rilievi, altri più modesti, allineati lungo precisi schemi. Ancora una volta la divaricazione all’interno della società etrusca appare evidente. Questa ultima fase della storia degli Etruschi è caratterizzata dalla perdita del controllo delle rotte commerciali del Tirreno e dalle guerre contro Roma che, in un secolo e mezzo, conquisterà tutte le città etrusche.
IL MUSEO NAZIONALE CERITE

Si trova all’interno della rocca medioevale, nel centro storico della cittadina moderna, che si è sovrapposto all'acropoli dell'antica Caere. Il Museo, allestito dall'architetto Franco Minissi, è stato inaugurato nel 1967. La visita consente di seguire le diverse fasi culturali di Caere, dal IX sec. a.C. fino all'età della romanizzazione. I materiali conservati nel Museo, esposti in ordine cronologico, provengono soprattutto dalle necropoli che circondavano l'antico centro urbano. Nel 2013 è stato inaugurato un nuovo percorso di visita multimediale denominato “Museo Vivo” curato da Paco Lanciani e Piero Angela. Al pian terreno sono state installate quattro teche digitali che, attraverso la suggestione della multimedialità, raccontano la storia di alcuni importanti oggetti della collezione. Nel 2014, in occasione del decennale del riconoscimento Unesco, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ha deciso di esporre nelle collezioni museali ceriti due capolavori assoluti dell’arte antica, rinvenuti da clandestini a Cerveteri e venduti illecitamente a musei statunitensi:
Il Cratere di Euphronios. Trafugato all’inizio degli anni settanta da una delle necropoli di Cerveteri fu acquistato sul mercato clandestino da un noto mercante d’arte che lo rivendette al al Metropolitan Museum di New York per un milione di dollari. Il vaso è stato restituito all’Italia soltanto nel 2008, a conclusione di una lunga trattativa. Raffigura uno degli episodi più commoventi della guerra di Troia, cantato da Omero al XVI libro dell’Iliade: Sarpedonte, figlio di Zeus e principe dei Lici, accorre in soccorso dei Troiani; nella battaglia morirà per mano di Patroclo. La scena principale dipinta da Euphronios, raffigura il trasporto del corpo dell’eroe in Licia, avvenuto ad opera di Hypnos (il Sonno) e Tanatos (la morte), le due figure alate identificate dal loro nome in greco. L’opera si data al 510 a.C. ED è firmatA da Euphronios come ceramografo e da Euxitheos come vasaio.

La Kylix con scene dell’Iloupersis. Questa famosa coppa da vino, racconta la fase finale della guerra di Troia; il poema epico a cui si ispira - l’Ilioupersis, cioè la caduta di Troia - è andato quasi completamente perduto. La kylix fu realizzata dallo stesso Euphronios ma in qualità di vasaio. Anche questo capolavoro dell’arte greca proviene da Cerveteri. Fu ritrovata durante uno scavo clandestino nel santuario di Eracle a Cerveteri e venduta al J. Paul Getty Museum di Malibu in California. A seguito del rinvenimento di un frammento della kylix durante lo scavo condotto dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale nell’area sacra di Cerveteri, si è dimostrato che il vaso era stato acquistato illecitamente dal Getty Museum, che lo ha restituito nel 1998.



Siti d’interesse


Museo Nazionale Cerite

Museo Nazionale Cerite


Il Museo di Cerveteri, inaugurato nel 1967 e ricavato nel castello Ruspoli, è situato nel pieno centro storico della cittadina e conserva parte dei rinvenimenti emersi dagli scavi delle necropoli ceretane e dalla zona dell’abitato. Le vetrine espongono gli oggetti pertinenti all’occupazione villanoviana del territorio, con particolare riferimento ai corredi provenienti dal sepolcreto del Sorbo.




Sito Unesco – Necropoli Etrusca della Banditaccia

Sito Unesco – Necropoli Etrusca della Banditaccia


Si tratta di uno dei patrimoni archeologici più importanti di Cerveteri e probabilmente di tutta Italia. Situata a circa 1,5 km dal centro storico, la Necropoli conserva al suo interno numerosi reperti archeologici di epoca etrusca, che vanno dal I al III sec. a.C. rinvenuti nel territorio ed ora esposti nel Museo Nazionale Cerite e nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma. Questa meravigliosa necropoli dal 2004 è considerata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.




Chiesa di Santa Maria Maggiore

Chiesa di Santa Maria Maggiore


Principale chiesa del centro storico, fu costruita su di un preesistente edificio antico individuato durante i lavori di restauro del 1951. I primi documenti certi che la riguardano risalgono al 1192 (Liber Censuum).

Sappiamo inoltre che nel 1231 venne rinnovata la pavimentazione ad opera di artisti toscani (in contemporanea con la chiesa di Ceri) in stile “cosmatesco”, alcuni frammenti, ritrovati durante le attività di restauro già citate, sono appesi lungo la parete della navata sinistra. Successive modifiche furono fatte per volere dei principi Ruspoli, proprietari del feudo, nel 1719 e nel 1760 quando fu realizzato il passetto che collega il loro palazzo con la chiesa.



Palazzo Ruspoli

Palazzo Ruspoli


Costruito sui resti delle mura medievali, inglobando una più antica torre difensiva. Nel 1533, quando il feudo apparteneva agli Orsini, fu trasformato in palazzo Baronale.

Solo nel XVII secolo, quando la città era già passata sotto il governo dei Ruspoli, venne dotato del loggiato e del porticato. Il Palazzo è ancora oggi proprietà e residenza estiva dei principi Ruspoli, non è pertanto aperto al pubblico.



Rocca medievale

Rocca medievale


Sede del Museo Nazionale Cerite, si sviluppa attorno a una primitiva torre del XII secolo, probabilmente fatta costruire dai Prefetti di Vico. Si presenta oggi nel suo ampliamento quattrocentesco, voluto dagli Orsini. È caratterizzata da numerose torri e rappresenta uno dei maggiori monumenti architettonici di pregio di Cerveteri.




Chiesa di Sant’Antonio Abate

Chiesa di Sant’Antonio Abate


Risalente al secolo XI, custodisce affreschi trecenteschi e quattrocenteschi. Tra questi, una Madonna con bambino in braccio tra santi, attribuiti al pittore Lorenzo da Viterbo e datati al 1472.

Dietro l’altare maggiore, in corrispondenza dell’abside, si trova la grande statua lignea del Santo, importante opera da inserirsi nel panorama della scuola berniniana di inizio settecento. Il giorno di Sant’Antonio Abate (17 gennaio) vi si svolge la tradizionale benedizione degli animali domestici.



Le altre necropoli

Le altre necropoli


Oltre alla ben nota necropoli della Banditaccia, l’antica area urbana di Cerveteri risulta circondata da altre 4 importanti necropoli. Quella del Sorbo posta a sud-ovest e quella di Cava della Pozzolana, posta a nord-est, sono le più antiche.

La necropoli del Sorbo, in parte coperta dall’attuale edilizia, ha restituito, oltre alle tipiche sepolture a pozzetto villanoviane contenenti case litiche e cinerari biconici in impasto, anche deposizioni a fossa. Il corredo documenta, attraverso oggetti di importazione, già un primo contatto con il mondo esterno (Etruria costiera e Sardegna) a partire dalla seconda metà del IX sec. a.C. Ma la necropoli del Sorbo è soprattutto famosa per la tomba Regolini-Galassi, tomba a tumulo di età orientalizzante scavata nel 1863 dall’arciprete Alessandro Regolini e dal generale Vincenzo Galassi. Della stessa colpisce il corredo composto da oggetti dalla preziosissima fattura, oggi esposto presso il Museo Gregoriano Etrusco in Vaticano. La necropoli della Cava di Pozzolana ha restituito sepolture leggermente più recenti del Sorbo, databili soprattutto all’VIII sec. a.C. con un parziale predilezione per le tombe a fossa. Accanto ad oggetti d’uso personale quali cinturoni e fibule, continuano ad esser presenti oggetti d’importazione provenienti soprattutto dal mondo greco. La funzione di questa necropoli sarà poi assolta, a partire dalla fine del secolo, dalla vicina necropoli della Banditaccia. Similmente a quest’ultima, la necropoli di Monte Abatone, dislocata sul pianoro posto a sud - est della Civita, ospita soprattutto sepolture riferibili all’età orientalizzante ed arcaica, oltre che alcune attestazioni riferibili ad età classica ed ellenistica. I tumuli sepolcrali non sono in vista come quelli della necropoli gemella, ma grazie alle indagini condotte dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale e dalla Fondazione Lerici di Milano tra il 1957 e il 1961 si riuscirono ad individuare ben 641 tombe, soprattutto a camera, alcune delle quali non trafugate. La Tomba Campana, La Tomba Martini Marescotti e la Tomba Torlonia sono solo alcuni degli esempi più rappresentativi. La necropoli ellenistica in località Greppe Sant'Angelo è una necropoli di tipo rupestre, ricavata lungo la via proveniente dalla valle del Fosso della Mola, avente sepolcri decorati da finte architetture e sculture a tutto tondo. Non bisogna dimenticare la piccola necropoli di Monte Tosto, posta ad ovest della Banditaccia, e le singolari, seppur isolate, sepolture orientalizzanti S. Paolo, individuate sulla strada che da Caere portava al porto Alsium. .





Il Borgo medievale di Ceri (frazione del Comune di Cerveteri)

Il Borgo medievale di Ceri (frazione del Comune di Cerveteri)


Ceri si trova a 9 km dal centro storico di Cerveteri ha preservato integralmente il suo aspetto di fortezza medioevale. Nel periodo etrusco fu centro satellite di Caere, degne di nota sono le sue necropoli e l’importante Tomba delle Statue risalente al VII sec. a.C., scoperta nel 1973 in località Fornaci.

Scarse sono le testimonianze del periodo romano e, solo dal 1236 (bolla di Gregorio IX) è attestata la presenza di un centro urbano. In questa fase viene adottata la denominazione di Cere Novum per distinguerla da Cerveteri, allora chiamata Cere Vetus. Sappiamo che la famiglia Orsini nel 1428 promosse importanti lavori di riqualificazione urbana e costruì una rocca.Nel 1503 subì un assedio di 36 giorni da parte di Cesare Borgia, figlio del papa Alessandro VI, le cui artiglierie rovesciarono su Ceri ben seimila palle di bronzo e proiettili incendiari che costrinsero Giulio Orsini ad arrendersi. Nel corso del XVI e del XVII secolo fu venduta e acquistata più volte, nel 1833 diviene proprietà del principe Alessandro Torlonia che trasformò l’antico castello in villa e rese carrabile la strada che porta all’Aurelia. Il Santuario della Madonna di Ceri, già chiesa di San Felice, viene intitolato all’Immacolata Concezione di Maria dopo la proclamazione del dogma voluto da Pio IX nel 1854. Nell’anno santo della Misericordia, indetto da papa Francesco nel 2016, il santuario di Ceri è stato inserito tra le chiese giubilari del Lazio. L’edificio ha assunto il suo aspetto odierno verso la metà del XVI secolo. Al suo interno si conserva un importante ciclo di affreschi risalenti alla metà del secolo XI, raffigurante scene tratte dall’antico testamento e da mettere in relazione con la riforma ecclesiastica promossa dal pontefice Gregorio VII per affermare il primato della sede apostolica sulle altre diocesi. Questi affreschi, dopo un attento studio iconografico, sono stati attribuiti alla bottega che realizzò la decorazione in affresco della basilica inferiore di San Clemente a Roma (scene della vita di San Clemente e di Sant’Alessio).



Borgo medievale del Sasso (frazione del Comune di Cerveteri)

Borgo medievale del Sasso (frazione del Comune di Cerveteri)


Si trova a 11 km dal centro storico di Cerveteri, alle falde del Monte Santo (311 m slm). È attestata una frequentazione preistorica dell’area, nel 1933 Saverio Patrizi scoprì lungo le pendici del Monte delle Fate una grotta adibita a sepoltura, all’interno della quale fu rinvenuto uno scheletro di un uomo preistorico, il cui cranio presentava i segni certi di trapanazione alla quale era anche sopravvissuto.

Lo scheletro si trova oggi esposto al Museo Pigorini di Roma. Lo sviluppo antico dell’abitato è legato soprattutto alla presenza di acque termali sulfuree, denominate dai Romani “Aquae Ceretanae”. In età giulio-claudia vi furono costruite delle terme, ampliate in età traianea. I resti monumentali di questo impianto termale sono ancora oggi visibili in località Pian della Carlotta. Nell’alto medioevo il piccolo castrum fu completamente abbandonato e, solo dal XII secolo, è documentata una ripresa dell’insediamento urbano. Nel 1552 viene acquistato da Giovanni Patrizi e, nel 1655 viene eretto a Marchesato dal papa Alessandro VII. Le mura medioevali racchiudono un piccolo borgo nato intorno a una torre oggi inglobata all’interno del cinquecentesco Palazzo Patrizi. Dall’altro lato della piccola piazza si trova la chiesa di Santa Croce, fondata dal Marchese Filippo Patrizi nel XVI secolo, edificio di modeste dimensioni a navata unica.








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